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    I batteri (microbiota intestinale) possono aiutare a sostenere e a modellare la pelle: ecco come!!!

    I batteri (microbiota intestinale) possono aiutare a sostenere e a modellare la pelle: ecco come!!!

    La pelle è il principale organo sessuale extragenitale del corpo umano: di solito viene grossolanamente sottovalutata dalla maggior parte degli uomini.
    (Alex Comfort)

     

    In seguito ad una lesione semplice o complessa a carico della pelle, si verifica uno dei più interessanti fenomeni biologici, che, in genere, in modo autonomo, tende a riparare la discontinuità del tessuto.

    Questo processo finalistico viene definito come RIPARAZIONE TISSUTALE.

    Come si compie un processo di riparazione della pelle? Quali sono i fattori che caratterizzano questo importante fenomeno vitale?

    La risposta dei tessuti, in seguito all’insulto lesivo (vascolare, traumatico, infettivo, attinico, etc) si manifesta attraverso tre fasi, che sintetizzano classicamente i momenti dello svolgimento cronologico del processo attraverso l’impegno cellulare e tissutale:

    • I^ Fase: Infiammazione (precoce e tardiva);
    • II^ Fase: formazione del tessuto di granulazione;
    • III^ Fase: formazione della matrice connettivale e rimodellamento.

    Occorre sottolineare che la schematizzazione del processo riparativo in tre fasi distinte costituisce una esemplificazione utile ai fini della comprensione dei momenti essenziali. in realtà, nel corso dello svolgimento delle singole fasi del processo di riparazione esistono dei momenti in cui due, e talora anche tutte le tre fasi si sovrappongono, dimostrando in tal modo la stretta interdipendenza dei fenomeni che la caratterizzano.

    In questo contesto voglio soffermarmi sulla terza fase della riparazione tissutale: FORMAZIONE DELLA MATRICE CONNETTIVALE O EXTRACELLULARE.

    Trovare una soluzione per la questione dell’incremento della sintesi del collagene, è qualcosa già di per se eccezionale se pensiamo alle innumerevoli applicazioni in ambito vulnologico e dermatologico, le lesioni difficili (wound care). È sempre stata molto forte, infatti l’attenzione verso tutte le specialità che si occupano della salute della pelle ma anche delle articolazioni, ma che possono trovare anche applicazioni estetiche, dalla fase post chirurgia, all’ anti-aging, passando per il post dimagrimento. Se poi ad essere stimolata non è solamente la sintesi del collagene ma anche quella dell’elastina, il formulato in questione assume delle connotazioni che, definire entusiasmanti, è senza ombra di dubbio quantomeno riduttivo.

    Integratori specifici: meccanismo di azione

    Paradossalmente alla base di tutto questo vi è l‘infezione batterica.

    E’ noto a ogni professionista del settore biomedico, come diverse specie di batteri patogeni siano in grado di “farsi strada” all’interno di tessuti dalla forte componente connettivale, grazie alla capacità di produrre “collagenasi” ed “elastasi”, ovvero specifici enzimi deputati, rispettivamente, alla lisi di collagene ed elastina. Questi enzimi agiscono scindendo il loro target molecolare in piccole sub-unità caratterizzate dalla presenza delle sequenze di 2-3 peptidi PROLINA-IDROSSIPROLINA e PROLINA-IDROSSIPROLINA-GLICINA.

    Ovviamente anche l’organismo umano mette in atto opportune contromisure per fronteggiare l’infezione batterica, oltre all’ovvia risposta immunitaria, e anche le linee cellulari deputate alla sintesi delle principali componenti del tessuto connettivo quali collagene ed elastina vengono chiamate in causa: si assiste, così, ad un cospicuo stimolo dell’attività sintetica di condroblasti e fibroblasti. Recenti studi attribuiscono proprio alle sequenze di 2-3 peptidi (PROLINA-IDROSSIPROLINA e PROLINA-IDROSSIPROLINA-GLICINA) il principale ruolo di stimolo a livello cellulare. Pare infatti che questi peptidi possano avere, innanzitutto, un effetto chemiotattico a cui segue, dopo il riconoscimento delle specifiche sequenze, un aumento della deposizione di collagene. Proprio questo meccanismo d’azione potrebbe stare alla base dei successi piuttosto modesti e degli insuccessi ottenuti con idrolizzati non biologici di collagene, prodotti utilizzando agenti denaturanti come, ad esempio, l’acido cloridrico. Simili soluzioni, infatti, portano generalmente ad ottenere aminoacidi liberi e non i piccoli peptidi fondamentali per il riconoscimento e l’attivazione cellulare.

    Praticamente:

    Con l’idrolisi di collagene ed elastina di qualità alimentare ottenuta mediante lavorazione con collagenasi ed elastasi batteriche, invece, è possibile “ingannare il sistema” riproducendo il segnale molecolare che porta all’attivazione dei processi sintetici in totale assenza di qualsiasi molecola infettiva o comunque patogena.

    Applicazioni:

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    Luciano ALLEGRETTI, Direttore Scientifico Centro Iperbarico NIKE srl – Lecce

     

    
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